Ammettiamolo: divertirsi ancora nel vedere un Gp di moto diventa sempre più difficile. E questo perché lo strapotere di Sua Maestà Marc “Marvellous” Marquez è così grande, così totale, che spiegarlo con le sole parole non è possibile.
Anche oggi MM93 ha vinto a modo suo. Cioè scappando al primo giro, al punto che al passaggio sul traguardo aveva già 1”221. E che cosa puoi fare quando hai a che fare con un pilota che fa della strategia il suo cavallo di battaglia? Niente, te ne stai zitto e buono, a cuccia, lo guardi vincere e non puoi che complimentarti con lui.
Oggi Marc ha condotto le danze dal primo all’ultimo giro non facendo neppure un errore, una sbavatura, una curva presa male o altre diavolerie simili. E sì che un po’ di pressione addosso ce l’aveva pure lui. Il grande capo della Honda si era precipitato neibox pochi minuti prima del la partenza e gli aveva detto a chiare lettere: “Voglio il titolo costruttori qui a Motegi. Vedi tu”.
E lui si è adeguato: dopo aver vinto il titolo piloti in Thailandia, ha accontentato il Capo qui in Giappone, permettendo alla Honda di conquistare il suo 25° titolo che per una casa motociclistica ha un valore enorme.
Dunque tralasciamo di spiegare come si sono svolti i fatti in gara, aggiungendo però che sul podio con il Caimano sono finiti anche un ottimo Fabio #Quartararo , che per l’occasione ha vinto anche il titolo come miglior Rookie dell’anno (ed è un premio assolutamente meritato, visto che ha raggiunto il suo 6° podio nella classe regina, il 10° considerando tutte le classi nel quale ha corso) e un ancora strabiliante (lasciateci passare l’iperbolico aggettivo) di Andrea #Dovizioso che ha raggiunto una serie di record che lo fanno diventare un grande protagonista di queste stagioni. Non dimentichiamo, come dicevamo ieri, che se non ci fosse un Fenomeno come Marquez, lui avrebbe conquistato tre titoli iridati. Detto questo, Andrea oggi ha conquistato il 59° podio in top-class, l’8° della stagione e il 100° della sua carriera in tutte le classi dove ha corso.
Vero è che i suoi numeri non sono certamente avvicinabili a quelli di Marc, ma dice comunque della costanza e la professionalità di questo pilota che anche quando ha tra le mani una #Ducati non performante, riesce a strappare un risultato gratificante grazie a una intelligenza tattica notevole, visto che è uno die pochi piloti capaci di correre senza stressare troppo le gomme e di riuscire negli ultimi giri, come oggi, addirittura ad avvicinarsi a Quartararo e tenendo a bada un altro pilota che quanto a “gentilezza” sulle gomme non ha nulla da imparare, Maverick Vinales. Ancora un paio di giri e sicuramente il Dovi avrebbe superato il francese.
Ma torniamo a Marquez, ai suoi ritmi e ai suoi record: che oggi abbia dato il massimo, anche il 110% nella prima parte della gara, lo dimostra il fatto che nel giro d’onore a fine gara…gli si è spenta la moto. Nel serbatoio non c’era più neanche una stilla di benzina ed è tornato al parco chiuso aiutato a spinta dal malese Hafizh Syahrin (oggi 19° e penultimo) che almeno potrà raccontare ai suoi figli che un giorno è stato vicino al campione del mondo, aiutandolo ad arrivare al podio. Detto del titolo costruttori, cui il merito spetta solo e unicamente a lui, diciamo che questa è la 54ma vittoria in top-class, la 10ma quest’anno, la terza a Motegi e il quarto successo di fila. Marquez è riuscito nell’impresa di eguagliare Mick Doohan ed ora è al 3° posto nella top class di tutti i tempi.
Ne volete ancora? ER allora ecco altri numeri: per Marc quella di oggi è stata la 80ma vittoria in tutte le classi ed è la seconda stagione nel quale conquista 10 vittorie (e mancano ancora 3 gare…). Concludiamo questa sbornia dicendo che è la 16ma gara condotto in testa: dal 1991 nessuno era stato in testa per 16 gare in una stagione.
Per il resto c’è da aggiungere le dolenti e tristissime note che riguardano tre piloti: il primo è Andrea Iannone, fuori gara per un guasto tecnico alla sua Aprilia. Il secondo è, ahinoi, Valentino Rossi che dopo un pessimo avvio, non è riuscito a trovare un ritmo decente per restare con i primi, via via + scivolato sempre più indietro e poi si è sdraiato alla curva 1quando gli si è chiuso l’anteriore scaraventandolo nella sabbia. Per ultimo abbiamo lasciato Jorge Lorenzo, che ha concluso con il 187° posto a oltre…40” dal suo compagno di squadra e prendendosi pure le critiche più aspre dal team manager Alberto Puig che non sa più cosa pensare del suo pilota.
E concludiamo, prima di lasciare alle interviste, una ultima annotazione che dovrebbe far meditare Honda, Yamaha e Ducati alle prese con uno stesso identico problema: hanno tutte i “numeri 2” in crisi profonda. La Honda con Lorenzo, la Yamaha con Rossi e la Ducati con Petrucci (oggi 9°, anonimo). Se è vero che basta un pilota per fare la differenza, è altrettanto vero che “in due a lottare si vince meglio”. Un problema serio. Meditate, signori, meditate.
Marc Marquez: “Mancava un giro e mezzo alla fine ed è arrivato sul cruscotto l’allarme della benzina che stava finendo. Sapevo che potevo fare ancora un paio di giri e allora ho rallentato, spingendo poco per arrivare alla fine. Se Quartararo mi avesse passato negli ultimi 10 giri, la mia strategia sarebbe cambiata, perché restare dietro consumi meno benzina. Ma ho fatto dei calcoli e ho visto che ce la facevo a restare davanti. Il titolo costruttori? Eh si, l’ho vinto da solo… ma dietro di me c’è una grande squadra che lavora sempre al massimo”.
Fabio Quartararo: “Sul finale non avevo più gomma, ero praticamente sulle tele, ma almeno avevo creato un buon distacco all’inizio. Io ho spinto al 100%, cercando di provarle tutte. Dovizioso alla fine era molto più veloce, circa mezzo secondo e se la gara fosse durata ancora un po’ non so come sarebbe andata a finire. Chiudere come “Rookie of the Year” era il nostro obiettivo della stagione. Raggiungerlo con 3 gare d’anticipo mi rende felice.
Andrea Dovizioso; “Se potevo prendere Quartararo? È una domanda da bar. Il guaio è che stiamo soffrendo tanto con le gomme nuove, anche ad inizio gara facevo fatica a stare con Morbidelli. Noi riusciamo ad essere costanti e verso fine gara magari ne avevamo anche di più“. La terza posizione è buona, ma volevamo qualcosa in più. In qualifica soffriamo, dobbiamo essere sempre perfetti per un buon risultato. Ma si fa fatica a combattere contro Marquez e Quartararo, che stanno facendo la differenza. Le gomme sono uguali per tutti. Non mi voglio nascondere, sicuramente le gomme 2019 non ci hanno aiutato, ma dipende da noi. Oggi ho veramente dato tutto, ci ho provato dall’inizio alla fine. Ma se l’obiettivo è vincere il mondiale, non basta“.
A cura di Enrico Biondi per RACINGMEDIACENTER