di Enrico Biondi per RACINGMEDIACENTER
Abbiamo dovuto aspettare quasi la fine del mondiale MotoGp per assistere, la prima volta quest’anno, a una qualifica tra le più appassionanti della storia della MotoGp. Sul circuito di Sepang, una volta terreno di conquista di Honda e Ducati, tutta la prima fila è targata Yamaha, con un Quartararo in stato di grazia che straccia la concorrenza, si mette davanti a tutti per la quinta volta consecutiva quest’anno (e per un rookie che corre in un team satellite è davvero una prestazione impressionante) e precede la Yamaha ufficiale di Maverick #Vinales e il suo compagno di scuderia, un Franco Morbidelli che sino a un minuto dalla fine delle qualifiche aveva assaporato la gioia della pole.
Tre Yamaha davanti a tutti ha dell’incredibile, se pensiamo ai problemi gravissimi che hanno attanagliato la casa di Iwata all’inizio della stagione. Che ci fossero là davanti tre moto della Casa dei Tre diapason non accadeva dal 2017, Gp di Francia a Le Mans, quando in prima fila si ritrovarono Vinales, Rossi e Zarco e per questo la gioia degli uomini Yamaha e soprattutto dei tecnici della Petronas è stata incontenibile: il sogno che diventa realtà alla prima apparizione nel Gotha mondiale dimostra che un progetto nato in poco tempo, se corroborato dalla presenza di ottimi tecnici e da due piloti incredibili come Quartararo e Morbidelli, può dare ottimi frutti.
Dicevamo dell’appassionante qualifica. E sin dalle prime battute si è capito chiaramente che questo non era il giorno fortunato per Marc Marquez. Nelle Fp3, quelle che decidono le prime 10 posizioni per accedere alle qualifiche dei big, Marc ha chiuso con il 3° tempo, alle spalle di Quartararo e Morbidelli, stacca di 4 decimi che per lui devono essere sembrati una enormità.
Poco male, direte voi, ha già vinto tutto quest’anno che può permettersi di andare anche a passeggio per la pista. Ma forse non conoscete troppo a fondo il ragazzo: lui è un tipo alla #ValentinoRossi dei tempi belli, per intenderci, che non è disposto a far alcun tipo di concessioni nemmeno in una partita a bigliardino, con le carte, a biliardo. Lui vuole sempre e solo vincere, primeggiare, stare davanti a tutti.
Ma oggi a Sepang il giochino non gli è riuscito e per questo ha cominciato a innervosirsi oltre misura e nelle qualifiche che valgono la pole position è successo un patatrac incredibile. Di quelli anche brutti e pericolosi. Ma andiamo con ordine: al cambio gomme dopo il primo tentativo, come spesso gli accade da qualche tempo a questa parte, Marquez si incolla al più forte di giornata, cioè a quello che gli potrebbe dare una scia per portarlo al comando. E lui oggi si è appiccicato a Quartararo, i due insieme hanno percorso tutto un giro a passo d’uomo, con il francese che ogni tanto si girava per vedere che cosa intendesse fare Marc il quale neppure per un minuto ha pensato di andare al comando del trenino.
E qui Quartararo ha giocato benissimo le sue carte: ha rallentato ad arte fino a quando, alle loro spalle, si è materializzata la Ducati di Danilo Petrucci al quale non pareva vero di trovarsi in così buona compagnia. Morale, approfittando di un rallentamento dei due, Petrux con un guizzo si è messo in mezzo.
E questo ha fatto saltare la mosca al naso di Marquez che per riprendersi la posizione alle spalle del francese, alla curva 2 del circuito ha tirato una staccata pazzesca, la sua moto ha perso il posteriore e lo ha catapultato sull’asfalto rovinosamente dopo avergli fatto un salto ventrale sulla sua moto. L’atterraggio è stato da incubo per gli spettatori ma per fortuna pare, al momento, non gli abbia procurato danni peggiori: Marc ha battuto prima con un piede, poi con entrambe le ginocchia e infine con il torace. Lo spagnolo comunque ha tirato una facciata sull’asfalto che la presenza del casco ha attutito abbastanza bene, anche se lo ha stordito per alcuni istanti. Al centro medico, dopo averlo esaminato, il dottor Angel Charte ha spiegato che Marc è stato dichiarato “fit” per la gara, in attesa di vedere come si evolve la situazione.
Insomma, più che a una prova di moto sembrava di assistere a un match di pugilato, con Marquez che per la prima volta è finito ko, per un pugno sferrato da Quartararo che, vedendolo per terra, ha spalancato il gas, ha prima raggiunto e superato in vetta Morbidelli e poi ha controllato che Vinales non gli giocasse brutti scherzi, piazzandosi secondo.
E a quel punto è scoppiata in pista tutta la sua gioia a colpi pazzeschi sul serbatoio, sul casco, al punto che in un colpo solo ha spaccato e perso la visiera, chiudendo il giro salutando il mondo intero per finire al parco chiuso tra le braccia dei suoi meccanici, dei suoi tecnici e di quel Lin Jarvis, team principal, cui non sembrava vero poter festeggiare un successo di gruppo così eccezionale.
Con Marquez che ha chiuso 11° e domani partirà in quarta fila, sua peggiore prestazione dell’anno, chiuso nella morsa di due Ducati, quella di un delusissimo Dovizioso (10° ma che avrà il vantaggio di avere MM93 al suo fianco) e di un Bagnaia che le qualifiche non le ha neppure fatto per aver distrutto la sua moto nelle Fp4, domani si prospetta un bel match al vertice.
E gli altri? Ottimo il quarto tempo di Jack Miller, che si è preso la palma di miglior pilota Ducati. Pur pagando oltre quattro decimi di ritardo sulla pole, ha fatto una bella differenza rispetto alla concorrenza in casa, visto che Petrucci ha chiuso 8°.
A terra Marquez, la migliore delle Honda è stata quella di Cal Crutchlow, 5°. Ma bisogna dire che tra i più bravi c’è il nome di Johann Zarco, che alla seconda uscita sulla RC213V del Team LCR è riuscito a entrare in Q2 e a chiudere in nona posizione.
Alla festa Yamaha è mancato Valentino Rossi: per lui 6° tempo ma a 7 decimi da Quartararo, speriamo bene per domani.
Chi aveva un muso lungo così, come spesso gli accade da qualche mese, era Jorge #Lorenzo: anche lui per terra come Bagnaia gesticolava ai box, furioso. Forse siamo ai titoli di coda, ma vederlo partire dalla 18ma casella fa tanto male a noi mentre non capiamo la necessità di accanirsi nel voler guidare la Honda anche il prossimo anno, rischiando di rovinare l’immagine di quel grande campione che era ed oggi non è più.