di Enrico Biondi per RacingMediaCenter
Jorge Lorenzo oggi pomeriggio, durante una conferenza stampa straordinaria organizzata a Valencia ha dato la notizia che ormai da tempo molti si aspettavano. “Ciao a tutti, grazie di aver accettato questo invito. Sono molto fiero e orgoglioso di vedervi tutti qua, significa molto per me. Ci sono 4 momenti importanti nella vita di un pilota: quando inizi il mondiale, quando vinci la prima gara, quando vinci il primo mondiale e poi quando annunci il ritiro. È molto difficile per me questo momento, come potete immaginare. perchè questa per me sarà l’ultima gara in MotoGP e dopo lascerò come pilota professionista”. E a quel punto esplode in una sala gremita all’inverosimile l’applauso di piloti, tecnici, meccanici, giornalisti, addetti stampa e tutti gli uomini della Dorna, in primo piano Carmelo Ezpeleta che sedeva accanto a lui sul palco.
Non è stato semplice per un 5 volte campione del mondo, prendere una decisione simile, ma il suo volto sereno e rilassato, come se si fosse tolto un grosso peso sullo stomaco, la dice lunga su una decisione che magari oggi ancora non ha metabolizzato a fondo, ma che è la unica e logica possibile. Sereno, ma convinto del passo che ha fatto e non ne ha fatto mistero salutando gli amici presenti.
“Ho iniziato a 3 anni, sono quasi 30 anni che corro in moto. Chi mi conosce sa che sono un perfezionista. Ho corso nove anni in #Yamaha, gli anni migliori della mia carriera, poi ho sentito il bisogno di una motivazione extra e ho accettato l’offerta della Ducati, la vittoria al Mugello resterà sempre nel mio cuore. Poi sono passato alla Honda, che mi ha dato una grande spinta e mi ha permesso di coronare il sogno di correre con la Honda Repsol”.
“Non sono stato in grado di essere nelle condizioni fisiche necessarie per essere veloce e la moto non è mai stata adatta per me per il mio modo di correre. Non ho perso la pazienza, ho provato a lavorare senza sosta con il team, vedevo la luce in fondo al tunnel e poi al Montmelò ho avuto una caduta rovinosa nei test e poi un’altra ad Assen con tutto quello che ne è conseguito. Mentre rotolavo nella ghiaia ho pensato: “Ne vale la pena? Non l’ora di smettere? Arrivato a casa ho sentito di aver ancora voglia di provare, ma da quel momento la salita è diventata così ripida che non ho più trovato la motivazione per scalarla. Io amo lo sport, ma amo anche vincere, e mi sono reso conto che non era più possibile”.
E qui Jorge deve fermarsi un momento, perché un groppo in gola gli blocca le parole mentre l’applauso del pubblico lo aiuta a riprendere: “In questo momento della mia carriera era impossibile per me mantenere la motivazione, l’obiettivo non era raggiungibile in breve tempo”.
E poi, abbastanza a sorpresa, chiede scusa al team principal della Honda che più lo ha seriamente criticato in questi mesi: “Mi dispiace per Alberto Puig e per la Honda, per averli delusi, li ringrazio perché mi hanno dato una grande chance. Credo che sia meglio per tutti, perché lottare per finire la gara o per il podio non è da noi. Siamo tutti dei vincitori e vogliamo lottare per vincere. Parlando più delle cose positive, della mia bellissima carriera, sono un ragazzo molto fortunato. C’è un indiano che è riuscito a giocare in NBA, io ho corso con piloti formidabili sin dai primi anni e alcuni di loro non sono riusciti ad arrivare nel mondiale. Hanno dovuto cercare altri lavori. Io invece ho avuto il privilegio di approdare nel Mondiale. Voglio ringraziare tutti, a partire dalla Dorna e da Carmelo che mi hanno sempre aiutato. Ringrazio tutte le case che hanno creduto in me, Aprilia, Honda, Yamaha e Ducati, persone come Giampiero Sacchi, Gigi Dall’Igna e Alberto Puig, mia mamma, mio padre, il mio fan club, tutti i tifosi della MotoGP che mantengono questo sport così vivo”.
Prima del fuoco delle domande Carmelo Ezpeleta annuncia che Jorge sarà inserito a Jerez, nella prossima stagione, nel novero delle MotoGp Legend: “Quando ho visto Jorge per la prima volta, ho capito subito che era un ragazzino speciale. Ha dovuto aspettare per debuttare (due GP nel 2002 prima di compiere 15 anni, l’età minima). Lo ringrazio. Ho fatto tanto per noi, soprattutto perché non ha mai nascosto il suo lato umano. Vincere cinque titoli non è da tutti, ha corso contro i migliori e posso dire ora che sapevo della sua decisione”.
Non dimentichiamo, riallacciandoci alle parole di Ezpeleta, che Lorenzo detiene tuttora il record come debuttante più giovane nel Motomondiale: prese il via della sua prima gara a 15 anni e 1 giorno (non poté esordire nel primo giorno di libere, Jerez 2002, classe 125, perché non aveva l’età minima necessaria).
Alla domanda quando è maturata la sua decisione del ritiro, Jorge è stato chiarissimo e schietto: “Dopo Assen, ma non volevo essere precipitoso. Ho aspettato la trasferta asiatica per vedere se scoccava qualcosa, ma dopo la Malesia ho preso questa decisione e l’ho comunicata”. Sul suo futuro non si è sbilanciato troppo: c’è chi dice che rimarrà nel giro della MotoGP, altri dicono che invece chiuderà il capitolo per sempre: “Ci sono tante cose da fare nella vita, non ci ho ancora pensato. Farò delle lunghe vacanze, cercherò un posto caldo e una bella spiaggia. Poi penserò a cosa farò”.
Grazie Jorge per tutte le belle stagioni che ci hai fatto vivere, per le tante emozioni che abbiamo vissuto insieme in giro per il mondo. Ti ritiri da campione e ti fa onore decidere di fermarsi perché su quel podio, ormai, sapevi benissimo che non ci saresti più potuto salire. Con una moto, per giunta, nata, costruita, ritagliata, sul tuo compagno di squadra, famoso per essere un autentico caimano. Ciao Jorge. E da oggi, comincia a divertirti: hai solo 32 anni e una vita nuova davanti a te.