Per Marc Marquez non avevamo da tempo altri aggettivi da sprecare. Li avevamo usati quasi tutti sino a quando, oggi pomeriggio ce ne è venuto in mente un altro, non ancora preso in considerazione.
FEROCE. Perché cosa volete dire di un pilota che si diverte a demolire record, che al via si mette in testa e come un metronomo nel cervello disegna 23 giri sempre uguali, sempre su tempi imprendibili per tutti gli altri. Non ci dilungheremo a piegarvi i tempi, ma vi diciamo che, dopo appena 7 giri Marquez aveva circa 5 secondi e mezzo sulla truppa che viaggiava compatta alle sue spalle, incapace di cercare anche per un momento di alzare il ritmo e andare a prenderlo.
Il risultato finale, scontato, è stato il raggiungimento della sua ottava vittoria stagionale che lo porta adesso ad avere 98 punti di vantaggio su un Andrea #Dovizioso addirittura stratosferico, visto che ha riportato la Ducati sul podio con un secondo posto inimmaginabile per lui che partiva dalla decima posizione. Un successo doppiato dallo strepitoso terzo posto di Jack Miller che con la #Ducati satellite del team #Pramac che per una volta ha pensato a guidare e non fare il Fenomeno, cosa che quest’anno lo ha scaraventato a terra già 4 volte, altrimenti sarebbe molto meglio messo in classifica.
Marquez quindi, feroce, carnivoro e pronto a prendersi il trofeo più bello: nella prossima gara in Thailandia, sul circuito di Buriram, se riuscirà a conquistare almeno due punti a Dovizioso, il titolo iridato sarà suo.
Ma se proviamo a dimenticare per una volta Marquez e ci concentriamo sulla Ducati, l’Italia della #MotoGp può tornare a sorridere. Oddio, ieri avevamo scritto che le qualifiche si erano rivelate un vero e proprio disastro e non avevamo detto bugie. Oggi però ci sentiamo in dovere di chiedere scusa al grande Dovi. Non solo per il risultato ottenuto, cioè il meglio del meglio su una pista “made in Marquez”, ma perché da ieri sera andava dicendo forte e chiara “Mi sento che abbiamo la possibilità di salire sul podio, ci sono cose che mi fanno capire che è andata storta solo la qualifica, ma la strada intrapresa è quella giusta”.
E ovviamente ha avuto ragione lui, capace giro dopo a recuperare posizioni su posizioni, con calma, senza sbagliare una curva ma gestendo alla grande il ritmo con la gomma soft al posteriore. “Desmodovi” li ha superati tutti, arrivando a riprendere a tre giri dal termine la #Yamaha di #Vinales, che ha provveduto a sverniciare sul rettilineo chiudendo il confronto.
Deve essere stato così choccante quel sorpasso, che poco dopo Maverick si è anche fatto sorprendere anche da #Miller bravo a tenere un ritmo costante. Al punto che, quando gli è arrivato alle spalle come un razzo, Miller ha subito lasciato passare Dovizioso e questa è stata forse la sua mossa vincente, perché seguendo…il Capo, ha ripreso la Yamaha e si è messo sul terzo gradino del podio.
Ma se scriviamo della brutta giornata della Yamaha, non possiamo non scrivere della delusione di Quartararo che, perso la scia dei migliori, si è dovuto accontentare del quinto posto. questa volta ha perso subito il trenino dei migliori e si è dovuto accontentare del quinto posto finale, ma più staccato.
Se scendiamo ancora più giù, allora cominciano le lacrime per la casa di Iwata. Franco #Morbidelli è stato steso da un irruente Rins (punito con un long lap penalty) al primo giro, mentre Valentino Rossi ha chiuso con un ottavo posto totalmente incolore, battuto per la prima volta anche da un’Aprilia tornata in grande spolvero grazie a un Aleix #Espargaró bravissimo e finalmente concreto.
Ma ciò che ci preoccupa è il pessimo risultato di #Valentino. Cha sia…anziano come dicono i suoi detrattori non ci trova assolutamente d’accordo. Che però in Yamaha stia succedendo qualcosa che non ci piace è però un dato di fatto.
Sarà un caso, ma da quando Quartararo ha iniziato ad andare forte, Rossi ha cominciato ad andare peggio. Che qualcosa non funzioni più nel team di Meregalli e Galbusera? Forse. Certo è che se da qualche mese ci si mette anche il direttore sportivo Lin Jarwis con frasi sibilline circa un ritiro di Vr46 a fine stagione (subito smentite come da prassi istituzionale) a intorpidire le acque, allora le cose si complicano. Troppe le scuse addotte dai tecnici, una volta il setup non è a posto, l’altra è la scelta della gomma posteriore, soffriamo di mancanza di grip, c’è da lavorare perché così non va.
Ecco: c’è da lavorare di sicuro, ma il tempo ormai stringe e il campionato tra 5 Gran Premi è finito. Di questo passo Valerossi che oggi è sesto in campionato, a Valencia potrebbe addirittura ritrovarsi in ottava posizione, superato anche da Quartararo e Jack Miller che gli sono ormai alle calcagna.
Brutta faccenda si sicuro, come quella che la Honda dovrà gestire fino a fine 2020 con Jorge Lorenzo. Lo spagnolo ormai è una specie di fantasma che vaga per la pista: ieri ha chiuso penultimo, 19° posto: con la moto uguale a quella di Marquez è arrivato a 49” dal suo compagno di squadra. E questo solo perché all’ultimo giro Marquez a momenti salutava a salutare la folla e sul rettilineo, ritto in piedi, ha fatto il gesto del pescatore che riavvolge il mulinello felice di aver pescato un altro bel pesce.
Aiuto Honda, we have a problem!
Marc Marquez: ”Oggi è andato tutto bene, proprio come mi aspettavo. Il titolo? Sarebbe bello poterlo celebrare in un posto nuovo. Voglio chiudere la lotta il prima possibile, ma senza impazzire. Se non ci riuscirò in Thailandia non sarà un problema. La Honda sarà felicissima di festeggiare il campionato in Giappone. Dovizioso è uno che lavora nell’ombra. Anche qui, ieri, sembrava stesse soffrendo, ma quando arriva la domenica lui c’è sempre. Resiste, non si arrende. Cercherà sicuramente di ritardare la conquista del titolo”.
Andrea Dovizioso:” “Farla valere come una vittoria è troppo, ma nella MotoGP di oggi partendo così indietro, soprattutto su una pista come Aragon che mangia le gomme, pensavo che fosse veramente difficile. Ci volevo credere, ci volevo sperare in quello che ho fatto, ed ero pronto. Questo è quello che ha fatto la differenza, perché sono riuscito a sfruttare quello che è successo nei primi giri. Quando si sono toccati Morbidelli e Rins ho avuto la mia chance. La moto ha funzionato meglio che nelle prove, perché abbiamo azzeccato una piccola modifica. La scelta giusta però è stata non spingere troppo con la gomma dietro, perché il calo è grande per tutti. Sono riuscito ad andare sempre forte usando la gomma davanti e sfruttando la nostra frenata. Io ho mantenuto il mio passo, l’1’49” basso fino alla fine, sono stati Miller e Vinales che hanno calato il ritmo. Maverick faceva una gran fatica in accelerazione nelle curve a sinistra, noi un pelino di più a destra. Non ho mai abusato, semplicemente mi sono messo nella posizione giusta ed ero pronto quando gli altri sono calati. Evitare che Marquez chiuda il discorso in Thailandia? E’ molto difficile, ma niente è impossibile, quindi ci proviamo fino alla fine. Qui non siamo arrivati con troppo ottimismo e le prove non erano andate benissimo, ma alla fine siamo arrivati secondi e questa è la prova che noi non molliamo mai.
Jack Miller: “E’ stata una grande gara. Ho provato a stare vicino a Marquez nei primi giri, poi mi sono divertito a lottare con Quartararo, Dovizioso e Vinales. E’ un risultato importante per il team che ringrazio per il lavoro straordinario che ha fatto non solo questo week end ma fin dall’inizio della stagione.”
Maverick Vinales: “Pensavo che il secondo posto fosse raggiungibile oggi, ma negli ultimi giri la gomma era veramente finita. Ho dato il massimo e per poco non finivo in terra, perciò dopo due o tre avvertimenti della gomma posteriore mi sono arreso. Sono stato comunque la miglior Yamaha al traguardo e questo è importante. Sul rettilineo non aveva chance contro le Ducati”.
Valentino Rossi: “Sapevo di non poter lottare per il podio, ma è andata peggio di quanto mi aspettassi. Come a Silverstone dopo pochi giri ho dovuto rallentare perché la ruota posteriore scivolava troppo e così si è rovinata in fretta. Non è un problema legato alle gomme, è un problema nostro che dobbiamo cercare di risolvere. Anche le altre Yamaha con la gomma dura hanno avuto un calo, ma nel finale. Io l’ho avuto dopo pochi giri. Non abbiamo scelto la morbida perché nelle prove non ci è sembrata adatta alla M1. Come uscire da questa situazione? Probabilmente ci serve un’idea, secondo me il problema è legato all’assetto della moto, ma dobbiamo spremerci le meningi per capire cosa fare”.
a cura di Enrico Biondi per RACINMEDIACENTER