di Enrico Biondi per RACINGMEDIACENTER
E adesso che anche l’ultima inutile domenica del motomondiale si è chiusa nel gelo di un circuito, quello di Valencia, riscaldato solo dalle tracas scoppiate a fine gara della MotoGp per onorare due campioni eccezionali, uno che lascia, Jorge Lorenzo, e uno invece che continua l’avventura, Marc Marquez, non posso dire che una cosa sola: meno male che questa stagione è finita. Sembrerà strano, ma sin dalle prime battute del mondiale avevo capito come sarebbero andate a finire le cose. Non vorrei pensiate sia presupponenza la mia: ma la Honda anche quest’anno è stata di un altro pianeta grazie al suo sommo campione: Marc Marquez. E ieri a Valencia, lo spagnolo non ha fatto che ribadire il suo strapotere, Come spesso gli accade ha fatto una partenza orribile, sesto alla prima curva, poi ha preso a macinare terreno. Una volta raggiunto il 2° posto, ha lasciato sfogare il giovincello Quartararo che quest’anno ha avuto l’ardire di contrastarlo in più di una occasione, portandogli via anche la bellezza di sei pole position. Poi, quando ha visto che alle sue spalle si stava materializzando la Ducati di Miller e il loro vantaggio si stava assottigliando, ha pensato bene di prendere in mano le redini della gara, di passare con un millimetrico sorpasso il francese e di andare a vincere in solitaria, per la gioia delle migliaia di tifosi spagnoli. Quartararo, dicevo, ha avuto l’ardire di provare a mettere paura a MM93. Probabilmente ci riuscirà la prossima stagione, sempre che la Yamaha gli metta a disposizione una moto più competitiva, perché neppure all’ultima gara Marquez ha voluto concedergli l’onore della vittoria. Come a dire: ragazzo, sei bravo, ma devi ancora crescere prima di pensare di battermi. Gara da sbadigli, se non fosse stato per quell’incidente terribile nella dinamica ma per fortuna finito bene per il pilota, che ha visto coinvolto, alla curva 6, Johann Zarco: finito nella ghiaia si è visto “falciato” dalla moto di Lecuona caduto subito dopo di lui. Un salto mortale impressionante. I primi accertamenti dicono che Zarco se l’è cavata solo con la distorsione a una caviglia ma niente fratture. Per fortuna. Anche oggi, comunque è stato tutto un rincorrersi delle voci che già ieri vi ho segnalato riguardo la promozione di Alex Marquez, campione Moto2, nel team ufficiale Hrc a fianco del fratellino pluridecorato. Le voci hanno preso una consistenza vera e si attende da un momento all’altro la conferma ufficiale. E con il passar del tempo aumentano anche le preoccupazioni della Honda che, confermo, di questa promozione ne avrebbe volentieri fatto a meno. Ma come si può dire di no, al suo pilota migliore, la classica gallina dalle uova d’oro che in queste ore è stato avvicinato anche dalla Ducati con offerte davvero sostanziose? Marc, inutile che lui lo neghi, ha fatto il diavolo a quattro pur di avere Alex al suo fianco. Come a dire: “Prendete Alex e io vi firmo il rinnovo del contratto per i prossimi anni”. I dubbi Honda comunque c’erano e ci sono tuttora: alla casa giapponese non piace che ci siano piloti che fanno salti nel buio, senza un briciolo di esperienza su questi bolidi. A rimetterci più di tutti è stato Zarco: parcheggiato da Lucio Cecchinello, era pronto al salto in Hrc. L’addio di Jorge ha fatto si che si mettesse in moto il toto piloti. E così il francese si è ritrovato in meno di 24 ore da possibile papabile alla Hrc a rincorrere un posto in Moto2, nel team Vds che è stato privato di Alex Marquez, che del contratto con il team ha fatto carta straccia. Ma se di mezzo ci si mettono interessi pubblicitari, “benedetti” da Don Carmelo Ezpeleta, patron della Dorna, magari con l’aiuto del team principal Honda Alberto Puig, cosa può fare il piccolo Zarco o la grande Honda se non accettare di mangiare questa minestra? A rimetterci di meno sarà comunque Hrc che mal che vada avrà sempre Marc Marquez a fare la differenza. Lo spagnolo oggi, tanto per gradire, ha portato in dote alla Honda, anche l’ultima corona che mancava a un palmares 2019: il titolo Team, conquistato sul filo di lana e strappandolo a una Ducati che qui a Valencia era arrivata con soli 2 punti di vantaggio. E a Borgo Panigale, che torna a casa con Miller sul podio e Dovizioso con il 4° posto, faranno bene da martedì in poi (giorno di test) a rimboccarsi le maniche e ricominciare a lavorare a fondo. Perché la concorrenza ha fatto passi da gigante: la Yamaha (Vinales, Quartararo, Morbidelli) ha ripreso a macinare buone prestazioni. La Suzuki è costantemente tra i migliori, mentre le Rosse a due ruote in questa stagione hanno avuto troppi passaggi a vuoto, con un pilota sempre al top ma non troppo incisivo (Dovizioso) ed un altro decisamente demotivato (Petrucci), cui la vittoria al Mugello ha fatto più male che bene. Deludente come Petrucci anche il finale di stagione di Valentino Rossi, oggi 8° a 22” dal vincitore ma purtroppo anche a 20” di distacco dalla miglior Yamaha. Rossi chiude il mondiale al 7° posto, molto probabilmente la sua peggiore stagione da quando corre in MotoGp. L’ultimo saluto è per un amico con il quale ho trascorso momenti bellissimi nel motomondiale: Jorge Lorenzo. Ieri ha chiuso 13°, ma il pubblico spagnolo gli ha tributato un caloroso saluto, addirittura più grande e sicuramente meno “rumoroso” del vincitore di giornata rendendo onore a un 5 volte campione del mondo sincero, schietto, un combattente nato, costretto a lasciare il mondo che ama non per sopraggiunti limiti di età, ma per le troppe ferite riportate in una carriera meravigliosa. Jorge ha avuto molto da questo mondo, ma ha anche dato molto, sotto forma di cadute rovinose che gli hanno fatto dire in conferenza stampa: “Grazie a tutti, ma non riesco più ad essere competitivo. E se non posso vincere, meglio che mi ritiri”. Grazie Jorge, Mi hai fatto, ci hai fatto vivere momenti indimenticabili e per questo è giusto che Dorna si ricordi di te dandoti un posticino nella Hall of Fame, accanto ai Grandi. E alla fine di questa avventura anche il sottoscritto ha deciso di dire stop, di lasciar riposare finalmente il computer e di ritirarsi a vita privata: da oggi in poi seguirò le corse come un comune mortale. Mi siederò davanti alla tv, senza il pc acceso accanto a me però, come dice Guido Meda, salterò
sempre sul divano come molti di voi. Nella vita ho avuto una grande fortuna: fare il lavoro che mi piaceva, girare il mondo accanto a personaggi e campioni incredibili con nel cuore quella passione per il mondo dei motori che non finirà mai. Grazie a tutti, vi lascio con l’augurio che possiate anche voi dire, alla fine della vostra carriera: “Però, è stato bello!”.