L’edizione 2017 di Milano AutoClassica è stata da record, sia per la presenza degli espositori – che sono cresciuti dell’8% – sia in termini di pubblico, aumentato del 7,3%. Questi numeri si sono tramutati anche in soddisfazione per le aziende presenti che, secondo i dati forniti dall’organizzazione, risulta abbiano venduto circa il 50% delle auto in esposizione. Una manifestazione che ha riscontrato anche un interesse crescente da parte dei media specializzati, visti gli oltre 500 giornalisti accreditati.
Due padiglioni, ed un’aria che variava dal classico al moderno, passando per svariate ere segnate da alcune delle protagoniste presenti a questa manifestazione.
Esposizione ricavata dal quel polo fieristico che fino a qualche settimana fa ha ospitato la blasonata EICMA, e che ha aperto nuovamente i battenti per una esposizione ridotta alla già citata, ma che ha racchiuso nell’insieme quell’umanità e anche quell’intimità data dall’insieme di mezzi, addetti e publico che ha caratterizzato il tutto con quel “tocco” nostalgico unito alla passione – viscerale – emanata per il mondo delle classiche a due e quattro ruote.
Cimeli in bella vista, ma non tutti in mostra per la vendita e/o la promozione dei loro servizi. Basti pensare ad una Porsche 930 Turbo 3.0 ’75; quattro marce come vuole la tradizione, ma particolare perché caratterizzata da quella guida a destra che, tanto desiderata in oltremanica, ne furono prodotte solamente 20 unità di quello stesso modello – peculiare per via di quegli interni misto pelle e tessuto che la rende più unica che rara. Restando in tema unicità, non si può evitare di citare in causa una delle protagoniste indiscusse – forse la più discussa – dell’evento; la Ferrari F40 della GTO Motors di Saronno che, col suo cambio d’abito, è passata dal più classico, appariscente e comune rosso corsa ad tenue, sobrio e particolare color verde abetone (pastello) unito ad un nuovo rivestimento in color cuoio di sedili e cielo.
Vettura che può piacere o meno, e che potrebbe mettere in dubbio persino la nostra razionalità perché, se dalle foto sembra avere a che fare con una vettura di un colore “piatto” rispetto alla sua natura appariscente ed esuberante, dal vivo sprizza quella classe che sembra mettere in evidenza lo charme di una vettura che appare molto più elegante e fuori dal coro rispetto allo stesso modello uscito al tempo dallo stabilimento di Maranello, anche se alcuni non hanno apprezzato, come la sezione Officina Classica del Cavallino Rampante.
Specialisti del marchio che, attraverso l’archivio dei fogli di disegno di ogni vettura prodotta fino ad oggi, risalgono alla veridicità di ogni componente della vettura; dal motore al telaio – matching – fino alle parti di carrozzeria ed al colore usato per la produzione. È stato grazie alla concessione da parte di alcuni loro clienti che sono state esposte alcuni dei modelli più esclusivi, come la 250 GTO in livrea NART – originariamente in grigio blu – da un valore approssimativo di 40 milioni di euro.
Ma dal classico che ha fatto storia, il passo al presente ed al futuro quasi imminente l’han fatto alcuni dealers e costruttori come il Gruppo Fassina con la nuova collezione Bentley e McLaren, Lotus Italia e Bonaldi con un incrocio tra passato e presente e Tesla, la più discussa tra il pubblico, con i suoi futuristici modelli; comunicando un palese “siamo qui, ed anche se siamo odierni diverremo dei gran classici come le nostre antecedenti”.
Padiglione 22 mirato principalmente alla sola esposizione, non solo dedito alla vendita di mezzi ma anche a quella di gadget, editoria, ricambi e collezionismo di ogni genere, passando per modelli iconici quali Diablo VT, 356, ‘Vette C1, GT3, Murcielago/Aventador SV, 8C Competizione, 6C Gobbone ed esclusivissime One Off come la Punto Zagato e la Pontiac Trans – Am in rivisitazione K.I.T.T. , la protagonista di quel celebre telefilm degli anni ’80 in cui ogni aspirante Michael Knight ha desiderato metter le mani in quel volante a cloche e, perché no, pigiare il fatidico pulsate Turbo Boost in cui sprigionava una potenza tale da evitare ostacoli di ogni genere con un balzo al di fuori della fisica.
Altra iconica, reale ma poco “umana”, la Shelby GT500 in livrea titanium/black stripes gemella del cult movie “fuori in 60 secondi”; dove è bastato un attimo impersonarsi in Randall Raines (interpretato dal sempre eclettico Nicholas Cage) mentre si ritrova a sfrecciare in piena diga per seminare un intero comando di polizia. Ma ogni film e serie televisiva giungono sempre alla fine, come la manifestazione in sè che dopo le 19:00 ha visto gli ultimi visitatori procedere verso l’uscita, con i vari espositori intenti a provvedere per lo smontaggio dei propri spazi.
Un vero peccato, perché da approfondire c’era ancora tanto; visto che ogni vettura, anche identica all’altra per modello ed allestimento, resta sempre unica, con la sua storia da raccontare attraverso quei proprietari che sembrano più dei tutori che dei semplici padroni.
Che sia un semplice arrivederci, sia per la prossima edizione che per un probabile incontro con chi ho avuto il piacere di incontrare in piena manifestazione; concordando eventualmente qualche incontro in esclusiva per voi lettori, amanti dell’unica “passionaccia” che mette d’accordo piuttosto che dividere. Perché anche noi, come loro, vogliamo scrivere pagine di storia attraverso la passione per ciò che facciamo.
dall’inviato Paolo Cudia