E’ iniziata la fase 2 per l’Italia che lentamente, dopo la messa in sicurezza del Paese cerca di ripartire. Ma se i tempi dilatati sono corretti per l’esigenza sanitaria e ritenuti quanto mai opportuni dalla politica che si affida giustamente alla scienza e ai medici per fronteggiare l’emergenza, purtroppo, sono deleteri per l’economia reale, con il commercio, il turismo e la produzione industriale ferme. Mentre gli altri paesi come Francia e Spagna riprendono le attività qui in Italia si è, invece, molto più cauti.
Mentre si aprono le librerie ed i negozi per i bambini, il che è giusto, nessuno fino a questo momento però tiene in considerazione i concessionari d’auto che contribuiscono al 3% del prodotto interno lordo dell’Italia e che muovono un altro 9% di pil visto che con l’automotive lo Stato incassa il 22% di IVA, che su 50 miliardi di fatturato sono tanti soldi per il rilancio del Paese.
Il settore della vendita delle auto potrebbe riaprire con tutti gli accorgimenti e in piena sicurezza, utilizzando la prenotazione degli appuntamenti e comunque, già di suo in un salone automobilistico i clienti non vanno a flotte e non ci sono code per farsi fare il preventivo dell’auto, nemmeno durante i sempre più consueti porte aperte del fine settimana. Inoltre i concessionari già per il 50% delle vetture che vendono, lavorano su appuntamento.
I concessionari italiani, dai giganti da oltre il miliardo di fatturato, a quelli a conduzione familiare, nonostante il periodo non facile hanno anticipato la chiusura per tutelare la salute dei collaboratori e hanno dimostrato la loro generosità contribuendo ad aiutare le strutture ospedaliere assicurando l’assistenza ai mezzi di soccorso, ambulanze in primis con le riparazioni fatte al prezzo dei costi di ricambi o gratuitamente.
A Marzo i concessionari hanno chiuso con un meno 85% delle vendite e aprile ovviamente il tonfo sarà totale. I commercianti si chiedono come ripartiranno a maggio, dato che i potenziali clienti avranno bisogno di tempo e serenità per pensare a cambiare l’auto anche se la loro è vecchia, inquinante e poco sicura.
Le associazioni di categoria Federauto (Concessionari), Unrae (Distributori marche estere) ed ANFIA ( costruttori e filiera automotive italiana) hanno lanciato finora appelli inascoltati.
Ecco l’appello di Federauto che chiede di RIAPRIRE LE CONCESSIONARIE AUTO e al suo appello si affianca AUTOTORINO che è il più importante Dealer italiano:
CONCESSIONARI PRONTI A RIPARTIRE. IL #MOTOREITALIANO C’E’ PER CONTINUARE LA STORIA DELL’ITALIA
“Le imprese di vendita e assistenza di autovetture, veicoli commerciali, industriali e autobus, operanti in Italia sulla base di un mandato delle case automobilistiche, sono un aggregato economico e sociale che sviluppa 50 miliardi di euro di fatturato, con un peso sul PIL nazionale del 3%, che dà lavoro ad oltre 120.000 famiglie in Italia. I concessionari consapevoli della gravità e complessità del periodo storico che tutti stiamo vivendo – una crisi senza precedenti – e nonostante il blocco delle attività dall’11 marzo scorso, sono sempre al servizio dei clienti e impegnati a mantenere vive le aziende, con passione, dedizione e massima energia. Quella stessa energia, #ilmotoreitaliano che da oltre cento anni assicura al Paese il bene prezioso della mobilità, che vuole continuare a far muovere cittadini, imprese ed Istituzioni.
Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, ha dichiarato: “Uniamo generazioni ed esperienze in 1.500 aziende e imprese familiari, un motore economico che nel complesso produce 80 miliardi di gettito fiscale nelle casse dello Stato. Oggi il nostro Paese sembra essersi fermato ma il nostro impegno è sempre accanto alle comunità locali e a chi opera nell’emergenza. Siamo pronti a mettere nuovamente in movimento il Paese e riprendere il viaggio della storia dell’Italia, scrivendola con la libertà della mobilità di persone e aziende. A tale proposito abbiamo realizzato un video che racchiude tutti i valori delle nostre aziende. Noi ci siamo per ripartire tutti insieme”. Anche il Gruppo Autotorino sostiene questa iniziativa. ”