Dal 1° gennaio 2020 tutti i pagamenti alla Pubblica amministrazione dovranno avvenire sul nuovo circuito PagoPA, che rimpiazza di fatto il vecchio bollettino «Rav». La nuova disciplina vale anche per il Bollo Auto, che dall’inizio del 2020 si potrà pagare – come ricporta il corriere – solo con la nuova piattaforma dei pagamenti alla pubblica amministrazione. Da gennaio si chiude infatti il canale che le agenzie di pratiche auto conservavano per i pagamenti su veicoli intestati a residenti in altre regioni, inizialmente esclusi da PagoPA.
Evasione e bollo
Continua anche la lotta all’evasione fiscale del bollo auto. Si pensa alla di una banca dati unica, facendo confluire nel sistema informativo del Pubblico registro amministrativo (Pra) gestito dall’Aci i dati relativi alle tasse automobilistiche, con l’obiettivo di «assolvere transitoriamente alla funzione di integrazione e coordinamento dei relativi archivi». Lo prevede un emendamento dei relatori al dl fiscale approvato in commissione Finanze alla Camera, che ha avuto l’ok. Le informazioni – si legge nel testo – sono comunque disponibili per l’Agenzia dell’Entrata, Regioni e Province autonome che a loro volta «provvedono a far confluire in modo simultaneo e sistematico i dati dei propri archivi delle tasse automobilistiche nel sistema informativo del Pra». In pratica, gli evasori si potranno scovare con molta più rapidità.
L’addio al Pra posticipato a novembre
Le norme previste da manovra e dal collegato fiscale hanno poi allungato la vita del Pra, il Pubblico registro automobilistico. Dal 2020, secondo quanto disposto dal governo Renzi, si sarebbe dovuto abolire il Pra, istituendo il «documento unico». L’entrata in vigore della nuova normativa era stata già rinviata al 1° gennaio 2020 e ora la legge di bilancio sta per allungare ulteriormente i tempi fino al 1° novembre 2020.
Airbag moto
Per gli airbag da moto (anche integrati nel vestiario dei motociclisti) dal 2020 viene introdotta una detrazione del 50% delle spese documentate, fino a un massimo di 500 euro. Il tutto fino a un onere complessivo di 30 milioni l’anno per lo Stato. I dispositivi potranno avere attivazione meccanica o elettronica: conta che siano conformi alla normativa europea EN1621/4.