Come spesso accade in questi ultimi Gran Premi della stagione, quelli che si corrono ad autunno inoltrato sia che si corra in Europa sia che ci si confronti in Asia o Oceania, la maggior parte del tempo i meccanici lo passano in due modi: un po’ stringono bulloni, cambiano ruote, modificano assetti, controllano benzina e tutte le diavolerie che servono a mandare in pista un pilota con la moto migliore possibile.
Dall’altra stanno con il naso all’insù, a scrutare il cielo, sniffare il vento da che parte spira, come si muovono le nuvole mentre i tecnici si trasformano in meteorologi e vanno a scoprire le previsioni di ieri, oggi domani e magari da qui all’eternità. Il tutto per capire se il weekend di Motegi, Gp del Giappone, la prima gara dell’ormai famoso trittico che porterà domenica 27 il grande carrozzone in Australia e il 3 novembre in Malesia, ci regalerà prove e gare sotto la pioggia, che è il minimo che ci si aspetta da queste parti dopo il catastrofico tifosi Hagibis che ha provocato 74 morti la scorsa settimana.
Ecco spiegato perché, sin dalle prove libere del mattino (la notte in Italia) e poi nelle seconde libere nella mattinata europea, tutti i team si sono scatenati come se fosse già sabato all’ora delle qualifiche. Già, perché appunto il meteo ha sentenziato che domano, per tutta la giornata, sulla zona di Motegi si scateneranno grossi temporali e quindi provare a fare tempi decenti sarà una mission impossible.
E il più bravo, in questa kermesse, oggi si è rivelato lo squadrone Yamaha, capace di piazzare 3 moto ai primi tre posti nella Fp1 (#Vinales, #Quartararo e #Morbidelli e solo Rossi attardato al 12° posto) mentre le Fp2 hanno visto quel dispettoso e impertinente campioncino di Fabio Quartararo chiudere al comando davanti a Vinales ma con l’inserimento del solito #Marquez al 3° posto, seguito da #Dovizioso, ottimo 4° ed un Rossi recuperato in quinta posizione ma solo perché, visto che la classe non è acqua, il prode campione di Tavullia, proprio a 10” dallo scadere del tempo è riuscito nell’impresa di risalire dalla 13ma posizione dopo una giornata passata a dannarsi l’anima con una moto che non ne voleva sapere di mettersi a posto.
Sulla sua M1, infatti, sono spariti il forcellone in carbonio e lo scarico doppio, forse per andare ad allinearsi al pacchetto di Vinales e Quartararo. Ma Rossi ha anche provato a frenare con due sole dita invece che con tre (come fa da trent’anni…), accusando tra le altre cose un problema alla leva del freno proprio nel finale della FP2, che ha ritardato il suo ultimo run.
Tra i migliori, come si può vedere dalle classifiche, c’è anche Franco Morbidelli, costantemente veloce nella giornata di oggi, pur chiudendo a otto decimi dal compagno di squadra.
E bene anche le Ducati, con un #Petrucci finalmente competitivo e sempre tra i primi per gran parte delle prove libere (e chiuderà 8° a 0,855 da Quartararo), mentre per Andrea Dovizioso ha chiuso la giornata con un distacco più grande rispetto alle aspettative, visto che si ritrova ad oltre sei decimi. La sua Ducati però è parsa piuttosto competitiva dal punto di vista del passo, anche se sul giro secco manca qualcosa soprattutto nel T4. Ma sappiamo tutti che il Dovi inizia piano per finire forte, quindi non dovrebbero esserci problemi per domenica, che piova oppure no.
Chi invece rischia tantissimo sono Alex #Rins con la #Suzuki, solo 11° e fuori dalla top ten e quindi costretto a una Q1 in casi di pioggia, e Carl Crutchlow con la Honda del team di Lucio Cecchinello, così come sono out tutte le Ktm schierate dalla Casa austriaca, con Pol Espargaró 13°Oliveira 19°Kallio 21° e Syahrin ultimo al 23° posto.
E ovviamente fuori anche Jorge #Lorenzo, solo 17° a 1”897 da Quartararo e quanto mai furioso ai box con i tecnici che ormai fanno una gran fatica a capire ciò di cui Jorge a bisogno.
Lo spagnolo ormai sembra un separato in casa e certo non gioca a suo favore l’annuncio che Johann Zarco, licenziato e lasciato libero al suo destino dalla KTM, correrà gli ultimi 3 Gp (Australia, Malesia e Valencia), per il team di Lucio Cecchinello, che dovrà fare a meno di Nakagami costretto a farsi operare a un braccio.
Una duplice manovra, quella di Cecchinello e di Honda, che da una parte stronca sul nascere la possibilità che la Yamaha si prenda un bravo pilota anche se in crisi con una moto austriaca con la quale non è mai entrato in sintonia. E dall’altra va a mettere una pressione fortissima a Lorenzo, che ora ha solo 4 gare per dimostrare di essersi ripreso, altrimenti potrebbe essere addirittura messo alla porta per “scarso rendimento”, visto che sinora a racimolato solo 23 punti e si trova in 19ma posizione nella classifica generale.
Zarco, dal canto suo, sa di giocarsi la carta della vita: “Quando la KTM mi ha annunciato che Kallio mi avrebbe sostituito, ho pensato che avrei tirato una linea sulle ultime sei gare – ha dichiarato in una intervista a l’Equipe -. Invece ecco che mi è stata data la possibilità di correre le ultime 3 gare ed ho intenzione di giocarmi le carte sino in fondo. Ho preso un grosso rischio quando ho deciso di lasciare la KTM, non mollerò ora che ho trovato un altro team che mi ha dato fiducia e devo fare solo una cosa: essere all’altezza”.
Zarco è perfettamente consapevole della precarietà della sua situazione attuale, visto che il posto assicurato non ce l’ha: “Mi è stato detto di non farmi illusioni. Sono ben consapevole della realtà, queste tre gare saranno una prova”. Una scelta rischiosa, anche perché si è giocato definitivamente la possibilità di diventare un tester Yamaha per il 2020: “Con loro ha chiaramente chiuso, Honda e Yamaha sono due grandi rivali. Ho parlato con entrambe le parti e ho fatto una scelta: ho optato per la competizione”. In bocca al lupo.
a cura di Enrico Biondi per RACING MEDIA CENTER