Sapete qual è la differenza tra un campione nato per vincere e un aspirante tale, che prova a fare l’aspirante stregone, che cerca di conquistare il suo primo gran premio?La risposta è abbastanza è spietata: l’aspirante campione che sta davanti al campione per 26 giri su 27 totali e poi, all’improvviso, all’ultimo giro il campione che gli è stato sempre incollato dal primo all’ultimo minuto di questa gara lo affianca, lo supera e poi lo tiene bada nelle ultime due curve prima del traguardo, deve ancora mangiare tanti di quei panini, o se vi piace di più tanto di quei piatti di spinaci prima di poter dire la sua nel firmamento mondiale della MotoGp.
Le battaglie in pista si vincono con l’astuzia, la classe e soprattutto con l’esperienza.
E oggi Fabio Quartararo (perché avete capito benissimo che stiamo parlando dell’aspirante stregone) ha capito tutto questo a sue spese. Correre un intero gran premio, tenendosi appollaiato sul codone un gufo come Marc Marquez (il campione, e anche questo lo avete capito…), non deve essere un’impresa facile. Roba da mandarti fuori di testa, visto che la pressione che MM93 impone agli avversari è terribile. Magari ti dà l’idea di non farcela, perché gioca a fare l’elastico allontanandosi e riavvicinandosi ad ogni giro.
E allora nella testa di Quartararo si affollano i pensieri più strani, del tipo: “Vuoi vedere che ho azzeccato tutto io e lui ha sbagliato le gomme?”, “Vuoi vedere che forse questa volta vinco io? Dio che bello farlo in Italia, il Paese di mio papà” “Dai, Fabio, vedi di non fare errori concentrati, non devi sbagliare neppure una curva, la moto è a posto”.
Poi però ecco che il gufo, pardon il campione, si riavvicina e gli fa capire che non ha assolutamente nessuna voglia di lasciarlo vincere, visto le motivazioni che si porta addosso. Perché Marquez è un campione sì, ma anche un tipo assai strano. Bastava vederlo oggi nel parco chiuso come urlava di gioia, come strepitava, come indicava che era felice di aver vinto proprio qui, a Misano, la terra del suo nemico n°1, quel Valentino Rossi con il quale ieri stava per combinare un bel guaio in pista, roba che se fosse accaduta, lo avrebbe costretto a uscire dal circuito con la scorta della polizia.
Comunque sia, la gara, diciamolo seriamente, è stata di una noia mortale per 26 giri su 27, risvegliatasi solo quando c’è stato il corpo a corpo finale tra i due. Tutto il resto è noia, diceva Franco Califano perché non c’è stato nessuno oltre a questi due in grado di fare la differenza e inserirsi nella bagarre. Non c’è riuscito Vinales che per i primi due ha tentato di stare davanti, non c’è riuscito Valentino Rossi che comunque chiude bene la sua gara al quarto posto e non c’è riuscito Dovizioso che ha limitato i danni stanno dietro a #Morbidelli e portandosi a casa un ottimo sesto posto. Il che tutto sommato in un gran premio che non lo voleva assolutamente favorito non è male,
Certo che per vincere un mondiale o per tentare di mettere il sale sulla coda di Marquez bisogna fare qualcos’altro e adesso la Ducati lo ha capito benissimo proprio su un circuito dove lo scorso anno aveva vinto. Il guaio è che l’unico pilota in grado di fare la differenza oggi dalle parti di Borgo Panigale, è proprio il Dovi Nazionale. Innanzitutto perché è l’unico dei ducatisti che prova a limitare i danni, anche se adesso i punti di distacco da Marquez sono saliti a 93. Se la Ducati dovesse fare affidamento su Petrucci, o su Miller, o su Bagnaia (oggi ancora una volta per terra), le cose si farebbero davvero preoccupanti…
La classifica finale dice che la Honda, con l’unica freccia al suo arco, si mette alle spalle 4 Yamaha una Ducati e una Ktm, con la Suzuki di Rins fuori uso dopo appena 15 giri. Riguardo Jorge Lorenzo, la buona notizia è che arrivando 14° ha ripreso a macinare punti (2). La cattiva è che il divario dal suo compagno di squadra è di 47”. Insomma, quasi una eternità.
Punto e a capo: il grande circo domenica correrà in Spagna, sul circuito di Aragon. Nel ricordare per gli amici che non si perdono un fotogramma in tv che domenica la MotoGp si correrà alle ore 13 per evitare concomitanze con il Gp Thailandese di Formula 1, non ci resta che sperare che le cose cambino in fretta e che qualcuno tra Quartararo, Rossi, Vinales, Dovizioso e Rins riescano a limitare lo strapotere di MM93. Che il titolo n° 8 ormai lo ha vinto non ci sono dubbi, ( gli basterà guadagnare 7 punti in spagna per andare in Thailandia praticamente con il titolo in tasca…) ma c’è modo e modo per vincerlo, E la “manifesta superiorità” non ci piace troppo.
Marc Marquez: “Onestamente sapevo che non era necessario vincere, perché Rins era fuori e Dovi lontano. Dopo ieri ho avuto una spinta in più per la gara. Mi chiedevo se provarci o meno e alla fine ho deciso di provarci all’ultimo giro. Sapevo che Quartararo era veloce nel terzo settore, per questo ho provato a superarlo prima. Alla fine è bello vincere in Italia ed è ancora più bello avere un simile vantaggio in campionato. “Abbiamo vinto su una pista dove la Yamaha aveva dominato, a Silverstone sono stato davanti io ma ha vinto Rins, oggi Quartararo era davanti ma ho vinto io. Ma la vittoria la meritava Fabio. Ha maturità, carattere e talento, è pronto per vincere gare. La reazione all’arrivo? C’era rabbia. Nelle ultime gare ho perso all’ultima curva e perdere così dà fastidio. Ci ho provato anche per quanto successo ieri tra me e Valentino. Mi ha dato una motivazione extra, nonostante la squadra mi avesse detto di restare tranquillo”.
Fabio Quartararo: “È stata una gara difficile, ho dato il 100%. Penso di aver fatto una buona gara. Marc per due volte ha perso all’ultimo giro, e oggi è toccata a me. Siamo arrivati vicinissimi alla vittoria. È stato il miglior momento della mia carriera, lottare con un pluricampione del mondo, spero di potermi ritrovare presto in questa situazione“.
Andrea Dovizioso: “Marquez non lo vediamo più! Ormai dobbiamo guardarci le spalle e non più davanti e non è facile migliorare. Il gruppo si sta compattando, #Yamaha, #Suzuki e #KTM stanno recuperando, siamo passati dal vincere a Misano con margine ad arrivare sesti, ma sono molto contento, perché abbiamo fatto il massimo in un weekend difficile in cui abbiamo lavorato molto bene. Quando sono riuscito a sorpassare Pol Espargaró ero convinto di poter andare a riprendere Rossi e Morbidelli, ma invece poco a poco si sono allontanati. Poi nel finale ci siamo ricompattati, potevo chiudere quarto e invece sono arrivato sesto, ma purtroppo non si poteva fare di più”.
A cura di Enrico Biondi per RACING MEDIA CENTER