Che si nascondesse, il signor Marc Marquez a Silverstone, lo avevano capito anche i sassi dell’ex aeroporto della seconda guerra mondiale. Mentre tutti gli altri piloti, nel weekend, montavano gomme soft per vedere di strappare tempi decenti, lui grava con le gomme di…marmo, vecchie, con un sacco di chilometri addosso. Questo per non dare a nessuno, Quartararo in primis, il benché minimo segnale del vero potenziale della sua Honda. Quando è stato il momento, però, Magic Marc ha tirato fuori le gomme buone pure lui, è sceso in pista ed ha bastonato il mondo intero con un tempo che ha dell’incredibile, se non si parlasse di un pilota che l’incredibile ce l’ha nel sangue da 5 anni: 1’58”168 e scusate se è poco.
Per gli amanti delle statistiche, aggiungiamo che per Marc questa è la pole n° 60 in 120 gare in top class: cioè Marquez è andato in pole position una volta ogni due gare.
Ma Silverstone ha detto anche cose bellissime per quanto riguarda Valentino Rossi: e chiamarlo vecchietto, uno che a Silverstone arriva alle spalle dello spagnolo diremmo che è un ingiuria che Valerossi non merita di sicuro. Secondo tempo per lui, prima fila (l’ultima 4 mesi fa a Austin, la terza volta negli ultimi 4 anni qui a Silverstone) che porta a 147 le prime file in top class. Mica male, non è vero? E se pensate che Valerossi ha anche involontariamente aiutato Marquez a conquistare la pole, allora capite meglio il valore di questo campione senza tempo. O per il quale il tempo semplicemente non esiste.
Ma proprio qui sta la grandezza di Marquez; quella di capire alvolo, nei pochi momenti che hai prima di entrare in pista, qual è il pilota meglio messo come stabilità, velocità, percorrenza in curva e uso degli pneumatici migliori. Marquez ha capito subito che oggi Valentino ne aveva più di tutti gli altri, gli si è incollato alle spalle e si è semplicemente fatto…trainare al traguardo.
Furbo, scaltro, opportunista ma soprattutto bravo. ER lo ha riconosciuto anche Valentino che al parco chiuso ha stretto la mano a Marquez, senza però non dimenticare di aggiungere una battuta salata e spiritosa: “Marquez è molto molto strategico. Non lascia niente al caso ed è quello che più forte di tutti. Dunque può permettersi questo tipo di strategie. Entra in pista con la prima gomma da solo, spinge forte e fa un tempo che – male che vada – lo farà partire in prima fila. Poi con la seconda gomma sta dietro e sicuramente non ti tirerà mai neanche morto. Potevamo stare in pista anche fino a stasera a cena. Ma ormai lo sappiamo“ e giù una bella risata.
A completare la prima fila c’è anche una Ducati, ma è quella di un Jack Miller che sta diventando gara dopo gara bravo e concreto come mai. E’ dietro a Rossi per appena sei millesimi e promette una gran gara domani. Per fortuna della Ducati oggi Miller ha fatto il Fenomeno. Già, perché dopo essere stato costretto a passare dalla Q1, Andrea Dovizioso non è riuscito a fare meglio del settimo tempo, (stesso tempo al millesimo di Vinales, 6°) chiudendo comunque ad un decimo e mezzo dalla prima fila. Disastrosa invece la prova di Danilo Petrucci, solo 11° a 1″3.
Il grande deluso oggi è stato Fabio Quartararo: per lui seconda fila dopo il dominio in tre sessioni di prove libere. Poi la sua M1 ha accusato un problema tecnico, ha preso la seconda moto ma non è andato oltre il 4° tempo.
Concludiamo con il capitolo Lorenzo: dopo lo stop di quattro gare non è riuscito a fare meglio del 21° tempo, mettendo dietro alla sua Honda solamente la Ducati Avintia di Karel Abraham. Però rimane pesante il ritardo di oltre otto decimi nei confronti di Hafizh Syahrin che lo precede in 20ma piazza. E ovviamente anni luce dal suo compagno Marquez. La domanda resta, anche per domani: ma ha senso correre per lui in queste condizioni?
a cura di Enrico Biondi per Racing Media Center