Da gennaio a giugno Polizia e Carabinieri hanno elevato 30.094 multe alle persone sorprese mentre utilizzavano il telefono in auto, pari ad un incremento del 26,6% rispetto allo stesso periodo del 2015. E, secondo i dati Istat e ACI relativi al 2014, il 16,9% degli incidenti stradali ha avuto quale causa principale la guida distratta. Il problema si conferma grave e radicato: secondo una stima dell’Automobile Club d’Italia tre incidenti stradali su quattro hanno origine da comportamenti al volante che inducono alla distrazione. Il termine “distrazione” ha un significato piuttosto generale e viene utilizzato nei documenti ufficiali per descrivere quando l’automobilista è sorpreso a guidare mentre la sua attenzione è focalizzata su qualcosa di diverso dalla guida. E, oggi, questo qualcosa di diverso, è prevalentemente lo smartphone.
IL TELEFONO E’ UN IMPEDIMENTO – Bastano pochi attimi di scarsa concentrazione per non avere più sotto controllo quello che accade in strada: in 10 secondi, ovvero il tempo necessario per inviare un messaggio di testo, si percorrono 110 metri alla velocità di 40 km/h. Come conferma Santo Puccia, dirigente della Polizia di Stato, al quotidiano La Repubblica il guidatore che utilizza lo smartphone al volante è pericoloso per una serie di motivi: stacca una mano e quindi la sua capacità di controllo del veicolo viene meno, compie rallentamenti a volte repentini, è meno pronto ai cambiamenti di velocità dell’eventuale veicolo che precede e guarda di meno attraverso gli specchietti retrovisori. Il problema si verifica in Italia con la stessa frequenza che secondo la media europea, ma solo in pochi se ne rendono conto (o lo confessano apertamente): solo il 51% degli automobilisti coinvolti nelle indagini ha ammesso di aver utilizzato lo smartphone al volante, quando invece esperti stimano che la percentuale sia maggiore.
DEVONO CAMBIARE ANCHE I TELEFONI? – I rimedi per arginare il problema sono be noti, ovvero aumentare i controlli, adeguare le sanzioni alla pericolosità della condotta e promuovere un cambiamento di abitudini, sia a livello di responsabilità, sia “tecnico”: Enrico Pagliari, componente dell’area professionale tecnica dell’ACI, sentito da La Repubblica auspica che i telefoni possano venire equipaggiati con una modalità di guida, analoga a quella “aereo”, che risponde in automatico quando veniamo raggiunti da un messaggio, da una mail o da una telefonata.